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Luigi Cremona opere didattiche

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(1830-1903)

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PROFILO DIDATTICO E LAUREE. Nel 1853 ottenne, con lode, il titolo di “dottore negli studi di ingegnere civile e architetto” e subito dopo si impegnò nella stessa Università come ripetitore di matematica applicata fino al 1856 quando, con l’intenzione di dedicarsi all’insegnamento secondario, diede gli esami di matematica e fisica che erano necessari e fu nominato professore supplente al Ginnasio di Pavia.

INSEGNAMENTO SCUOLE SECONDARIE. Due anni più tardi fu trasferito a Cremona dove ottenne un posto di professore ordinario nel Ginnasio e dove tenne corsi che spaziavano dall’aritmetica all’algebra, dalla geo- metria del piano e geometria dello spazio alla trigonometria ed era apprezzato, come insegnante, per la sua chiarezza, il suo rigore e l’efficacia del suo metodo didattico. Nel 1858 passò ad insegnare al Liceo S. Alessandro (oggi Liceo Beccaria) a Milano e da qui cominciò ad istituire una rete di rapporti a livello internazionale.

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Nel 1860 Cremona fu chiamato dal Ministro della Pubblica IstruzioneTerenzio Mamiani, a ricoprire la cattedra di Geometria Superiore a Bologna, istituita appositamente per lui e per la prima volta con tale denominazione.

CARRIERA POLITICA. Nel 1873 Gaspare Finali (Ministro dell’Agricoltura), che aveva partecipato con Cremona ad una Commissione d’Inchiesta sulla Istruzione classica, e che, durante tale inchiesta, aveva acquisito di lui altissima stima, gli offrì il posto di Segretario generale nel Ministero dell’Agricoltura. Cremona, lusingato per tale proposta e desideroso di abbandonare Milano, inizialmente accettò l’incarico a cui però dovette rinunciare quasi immediatamente sotto le pressioni del Ministro della Pubblica IstruzioneAntonio Scialoja, che voleva affidargli il compito di dirigere e riordinare la Scuola degli ingegneri in Roma.

Fu così che si trasferì a Roma come direttore della Scuola degli ingegneri occupandosi anche della cattedra di Statica grafica che fu poi (nel 1877) tramutata in una di Matematica Superiore. Nel giugno del 1880, fu nominato dal Ministro della Pubblica IstruzioneFrancesco De Sanctiscommissario regio nella biblioteca Vittorio Emanuele che in quegli anni si trovava in una situazione critica a causa di scandali legati a furti di libri, all’incapacità dei bibliotecari e, in generale, alla confusione che regnava al suo interno. Il 16 marzo 1879, per i meriti scientifici e per il suo valore di patriota dimostrato fin dalla gioventù, Luigi Cremona fu nominato Senatore. Nel 1881 Quintino Sella, incaricato di formare un nuovo Governo, gli offrì il portafoglio della pubblica istruzione che però rifiutò, non volendo trovarsi nella spiacevole situazione di dare il suo contributo ad un Governo che succedeva a quello dell’amico Benedetto Cairoli. Nel 1885 si impegnò in un nuovo progetto di riforma dell’istruzione (in sostituzione di quello di Guido Baccelli) contro l’aumento delle Università primarie che, sebbene fosse stato approvato sia pure a fatica alla Camera dei deputati, non aveva trovato il favore del Senato. In questa, come in altre successive ed analoghe circostanze Cremona si trovò quasi da solo nella disputa e fu criticato aspramente per aver difeso con tale ardore le sue posizioni da perdere di vista la possibilità di opinioni contrarie alla sua. Era però in queste situazioni che si potevano ammirare la tenacia con cui egli si adoperava per elevare e migliorare sempre di più gli studi italiani rischiando, a volte, di non essere compreso dai suoi contemporanei che lo accusavano di sfiorare il fanatismo. Per molti anni diresse diversi lavori del Consiglio Superiore della pubblica istruzione e, tra il 1897 e il 1898, fu anche vicepresidente del Senato.

Nel 1898 accettò l’incarico di Ministro della Pubblica Istruzione, offertogli dal Di Rudinì, incaricato di formare un nuovo Governo, ma rimase in carica per soli trenta giorni a causa dall’agitata situazione politica. Riuscì comunque a proporre un disegno di legge, costituito da pochi articoli, con i quali intendeva modificare quelle disposizioni della legge Casati che riguardavano le sanzioni disciplinari nei confronti degli insegnanti.

 

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